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Biellastory – Il Babylonia, quando c’era lui… io c’ero

Chi almeno una volta nella propria giovinezza non ha trascorso una serata all’insegna della musica, nostrana, nazionale e internazionale, chi almeno una volta non ha fatto coda all’ingresso, tra caldo, zanzare e poi freddo e gelo, per assistere all’esibizione del proprio gruppo/ cantante preferito.

In quel curioso capannone alla periferia di Biella sono passati artisti sconosciuto diventati poi fenomeni internazionali, gruppi alle prime armi che negli anni si sono imposti nel panorama italiano, vecchie glorie dimenticate che hanno saputo regalare emozioni spesso a una manciata di fortunati spettatori.

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Il Babylonia di Ponderano, colonna sonora dei nostri anni più belli, tra risse, spintoni, risate, amori nati e poi finiti, durati l’arco di una notte o di un concerto. Momenti unici che nessuno è più stato in grado di bissare, con le sue pareti sature di locandine, una sorta di museo della buona musica da leggere e sfogliare ogni volta… e ogni volta esclamare con l’amico vicino “vedi questo? io c’ero“. Con il suo bancone grezzo, i divanetti che troppe ne avevano viste e quell’atmosfera surreale, tipica di un luogo che crea appartenenza.

Negli anni il Baby (perché tutti lo chiamavamo così) è riuscito ad accontentare chiunque, ha dato spazio ad artisti e gruppi locali che per una notte hanno avuto la possibilità di sentirsi grandi, solcando un palco Vero, davanti a un pubblico Vero, tra fischi e applausi Veri, esibendosi per spettatori giunti da ogni dove per sentire Musica e non solo per sorseggiare una birra e mangiare un panino, infastiditi magari dal frastuono di una band di cui ignoravano anche il nome.

Sono stati anni incredibili, di grandi nomi che hanno solcato quel palco spesso nell’anonimato, davanti a poche decine di fortunati, artisti giunti in Italia per una sola data e pronti a farla li, al Babylonia, in quel curioso stabile in mezzo al nulla, capace ogni volta però, di dare tanto.

Se si parla del Babylonia però non si può non citare colui che ha reso possibile tutto questo, Aldo Zaffino.

Amato, odiato, personaggio controverso che però ha dato davvero tanto a questa cittadina, quando nessuno faceva nulla, quando tutti riciclavano musicisti e pseudo tali, senza un minimo di conoscenza di genere, lui portava in città i grandi nomi, artisti del panorama underground che gli esperti conoscevano solo per sentito dire o grazie a trasferte nei grandi centri. Aldo ha saputo portarli fino a noi, con i suoi contatti, con le sue conoscenze, con la sua passione.

Esperto di musica sicuramente, di diplomazia un po’ meno. Chi scrive ha avuto più di una volta da ridire con lui ma nonostante tutto lo si ricorda con un affetto e una stima immensa perché almeno Lui ha fatto qualcosa, almeno Lui ha dato vita a una realtà che verrà ricordata per sempre, con un pizzico di malinconia e di orgoglio, perché porter dire “io c’ero quella sera” è un privilegio che le nuove generazioni non avranno mai.

E come la Babilonia della storia, scomparsa e diventata mito anche al Babylonia di Ponderano è toccata la stessa sorte, ma almeno, per un attimo, anche noi abbiamo respirato quella grandezza spesso riservata solo alle Città con la C maiuscola. Grazie Baby, per tutto, per noi, per Biella.

Foto di copertina by Navi

Foto di copertina by Navi

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